Lui & Lei
Sottomissione di una famiglia perbene (I parte)
di pollicino
14.06.2021 |
9.646 |
1
"E mentre Luna, ormai soggiogata, iniziò a deliziarla con quella esclusiva sfilata, Maya la tempestò di scatti..."
(da un'idea di schiavotv)1. Una serpe in casa.
Luna se ne stava con lo sguardo fisso a guardare le gocce di pioggia che cadevano sui vetri della finestra di quella che una volta fu la sua stanza, mentre la sua mente viaggiava con i ricordi a quando era un’ingenua adolescente, in quel piccolo e tranquillo borgo sperduto delle campagne toscane dove viveva ancora con la famiglia...
Ricordi di quando divenne improvvisamente donna, in un tumulto di suggestioni che agitavano ancora la sua psiche...
All'epoca, era poco più che una ragazzina quando Maya, la sua migliore amica, portò riscatto o disgrazia nella sua casa, questo lei ancora non lo aveva compreso...
Ebbene, era una giornata proprio come questa, piovosa e triste, quando la famiglia di Maya chiese ai suoi genitori ospitalità per la ragazza, poiché non potevano portarla con loro in un impegnativo viaggio di lavoro...
Le due famiglie si conoscevano sin da quando anni prima erano giunte in quelle lande, e le ragazze crebbero unite come sorelle, per cui i genitori di Luna non ebbero alcuna esitazione ad accogliere la loro richiesta.
Purtroppo, però, le cose ben presto precipitarono...
Infatti, un giorno che mamma Giulia si era dovuta assentare per fare delle commissioni assieme alla figlia, la serpe uscì fuori dalla tana pronta ad azzannare la sua vittima...
E la vittima in questione era Leonardo, il papà di Luna... Un normalissimo uomo di 45 anni, stimato e affermato architetto, che – dominato dalla moglie – sfogava le sue umiliazioni, all'insaputa di lei, visionando video pornografici che scaricava da internet.
Ma un'altra sua passioncella era la figliola, fisicamente la copia esatta della madre, per la quale stravedeva, come ogni buon padre...
Peccato, però, che quel sentimento andava ben oltre la tenerezza paterna, e che quel giorno occhi e orecchie indiscrete erano lì in agguato...
Maya era da sempre stata considerata come una di casa, una seconda figlia, percui aveva assoluta libertà di movimento ovunque nell’appartamento...
La ragazza, era lì, un quella grande casa, sola a passare il tempo che la separava dal rientro dell’amica...
Mentre stava giocherellando annoiata con una monetina, ecco che questa dispettosamente le sfuggì di mano andando a rotolare nel piccolo spiraglio rimasto aperto della porta della camera da letto dei genitori di Luna.
Non voleva violare quel luogo di intimità assoluta, ma doveva recuperare il suo trastullo…
Così, cautamente si avvicinò, ed udì come un respiro affannoso che andava rapidamente crescendo... Impaurita, rimase in ascolto, e le parve di riconoscervi la voce di Leonardo...
Preoccupata che si sentisse poco bene, spalancò la porta e si ritrovò davanti una scena incredibile: l’uomo, pantaloni e slip calati fino ai piedi, si stava masturbando strusciando la grossa cappella turgida su un sandaletto da donna.
Immediatamente, Maya riconobbe quella scarpetta: era di Luna!
Il perverso cervelletto della ragazza iniziò allora vorticosamente a darsi da fare: si ritirò in silenzio, occupando però uno spazio da cui poteva vedere e riprendere tutto con il suo cellulare che teneva sempre a portata di mano… e buona buona, attese che l'uomo portasse a compimento il suo “svago”, nella speranza che madre e figlia non rientrassero a casa prima del tempo.
Per sua fortuna, tutto le andò liscio, e quando Leonardo posò il sandalo e stava ricomponendosi, la ragazza spuntò fuori all'improvviso, tenendo il telefonino ben in vista, ed esclamò beffarda:
- "Bingo!".
Il poveretto, sgomento, rischiò di cadere a terra raggelato, la guardò come se non avesse mai visto prima un essere umano, e la paura si mutò in rabbia, e le disse:
- "Che stai dicendo, ragazzina? Che ti impicci? Fatti i fatti tuoi!".
Maya, sulle prime, si sentì un po' intimorita, ma poi riprese tutta la sua baldanza e contrattaccò con quella sfacciataggine che gli dava la consapevolezza di avere il coltello dalla parte del manico:
-"Ehi, paparino, mica ti sarai segato pensando di scopare la tua bambinaa?".
Leonardo, sentitosi smascherato, tentò un'ultima improbabile difesa:
- "Ti sei ammattita davvero? E poi, uno a casa sua fa quello che gli pare...".
La ragazza, allora, caricò il video che aveva fatto, con tanto di audio, lo mostrò a Leonardo e proclamò, con un fare tra il solenne e lo scherzoso:
- "Questo, lo farò vedere a tua moglie e a tua figlia, quando tornano! A meno che... Sì, a meno che tu non mi aiuterai, e allora ci divertiremo tutti... Ma nessuno lo deve sapere, deve essere un segreto tra te e me, almeno per ora...".
Messo alle strette, tentò invano di rincorrerla per tutta casa e di strapparle di mano il telefonino, ma alla fine non poté fare altro che adeguarsi a quello che si palesava essere un ricatto in piena regola.
Così, Maya, da gran maiala qual'era, spiegò a Leonardo la sua intenzione: visto che Luna – alla sua età – era ancora vergine, e che lei aveva sempre sognato di "giocarci" insieme, di “sbloccarla” come si deve, la avrebbe, con il suo appoggio, sverginata fisicamente ma soprattutto mentalmente…
La ragazza, che ormai aveva chiaro che il padre dell’amica era un porco subdolo, continuò:
- "Tu, però, devi stare tranquillo e avere fiducia in me, senza crearmi problemi...".
Leonardo, messo con le spalle al muro, si arrese, e Maya – per non correre rischi – lo volle solleticare con una proposta davvero seducente:
- "Non ti preoccupare, paparino, penserò a tutto io, e se ti comporterai bene avrai un bel premio... Sarai regolarmente informato dei progressi della puttanella".
L'uomo si trovava tra l'incudine e il martello: se da una parte voleva strenuamente difendere l'onore della famiglia, dall'altra era terrorizzato alla sola idea che quella stupida troietta poteva far scoprire i suoi lati oscuri... Sarebbe stato, per lui, uno scandalo, in un piccolo borgo come quello!
Le ultime flebili resistenze caddero quando Maya minacciò che - visto che non si decideva ad essere collaborativo - avrebbe "casualmente" fatto ritrovare a Giulia la scheda SIM con quella registrazione...
Bene… Superato l’ostacolo di quell’uomo tanto arrendevole, ora era tutto pronto, e Maya poteva finalmente mettere in pratica il suo piano.
La prima cosa da fare era convincere l'amica – con il pretesto che erano state invitate ad una festa del luogo e che non avevano nulla di elegante – ad andare in città con lei a fare acquisti, e alle sue sterili obiezioni la adulò dicendole:
- "Dai Luna, è ora che inizi a vestirti come si deve… Vedrai che troveremo un sacco di cose per una bella ragazza come te...".
Uscirono, quindi di casa, e ai Grandi Magazzini Maya "consigliò" a Luna degli abiti assai vistosi, per niente elefanti ma anzi piuttosto volgari...
Era un continuo "fuori e dentro" i camerini di prova, mucchi di vestiti da provare che cominciavano ad lusingare la sbocciante femminilità di Luna... Poi, a freddo, Maya propose all'amica:
- "Senti... Già che ci siamo, perché non provi anche qualche capo di biancheria intima un po' sexy?".
Luna, quasi scandalizzata reagì:
- "Ma sei matta? Se lo viene a sapere mia madre mi ammazza!".
- "E tu non dirle nulla... Mica stiamo facendo nulla di sbagliato...", replicò l’amica.
Convinta da quelle semplici ma convincenti parole, Luna si lasciò andare, e provò reggiseni di ogni tipo, a balconcino, con le bretelline, perizomi più o meno trasparenti, da vera femmina...
Ma Maya era appena all’inizio del suo lavoro, e lasciò cadere, quasi senza dargli troppo peso:
- "Senti, mi è venuta un'idea... Perché non facciamo alcune foto? Ho il cellulare, vedrai che nessuno se ne accorge...".
E mentre Luna, ormai soggiogata, iniziò a deliziarla con quella esclusiva sfilata, Maya la tempestò di scatti... Luna pareva non accorgersene, ma anche nel cambio tra un reggiseno e l'altro, tra un perizoma e un tanga, lei continuava a scattare a tradimento...
Finalmente, escono dai Magazzini con una marea di pacchetti… E lì, il "diavoletto tentatore" di Maya rilanciò:
- "Luna, perché non andiamo al parco a farci qualche foto all'aperto con i vestiti nuovi? Con questo sole, verremo benissimo!".
Era l'ora di pranzo, e il parco era praticamente deserto, una magnifica scenografia per le loro evoluzioni...
Le due, iniziarono a spogliarsi e a fotografarsi a vicenda, quando Maya inaspettatamente raccolse tutti i vestiti lasciando l'atterrita amica come mamna l'aveva fatta.
Infischiandosene delle urla e delle suppliche di Luna, iniziò a scattare all'impazzata, ogni dettaglio del suo corpo era immortalato...
Erano così prese, l’una a dare sfogo alla propria capacità persuasiva, l’altra a posare secondo le richieste della “fotografa”, che non si accorsero del sopraggiungere di un gruppo di ragazzi vocianti… Appena in tempo Luna riuscì a ripararsi dietro le fronde di un albero provvidenzialmente lì vicino…
Pareva Eva nel Paradiso terrestre, e questa fu la stessa impressione che ebbe Maya, la quale le gridò:
- “Dai, vieni fuori… Credi che non abbiano mai visto una donna nuda?”.
Ma Luna, questa volta, si rifiutò categoricamente.
E Maya, furente, decise di metter fine a quella situazione così imbarazzante per l'amica, ringhiando tra i denti:
- “Va bene, puttanella, tanto dove vai? Prima o poi sarai completamente nelle mie mani…”
Riportò gli abiti all’amica, e insieme fecero rientro a casa.
Il resto della giornata trascorse nella più assoluta normalità, con le ragazze che bighellonarono tra la piscina in giardino e la televisione la sera nella loro stanza.
Ogni tanto, Leonardo lanciava uno sguardo verso Maya per avere informazioni, tentava di avvicinarla, ma la presenza della figlia lo scoraggiava, non voleva che si insospettisse e che lui fosse costretto a rendere una piena confessione.
Così quando fu Maya a farsi viva, le chiese con fare da cospiratore:
- “Allora, com’è andata la prima giornata?”.
E attese febbrilmente una risposta… Ma la ragazza, sghignazzando con indifferenza, lo bloccò:
- “Ehi, porco, qui le regole le stabilisco io… Stai calmo ed abbi pazienza… Quando sarà il momento saprai… Per ora posso dirti che promette molto bene!”.
Era notte quando, sul suo cellulare, giunse l’avviso di un messaggino… Leonardo – facendo attenzione che la moglie che gli dormiva accanto non se ne accorgesse – andò ad aprirlo, e ci mancò poco che gli prendesse un colpo: c’era una foto di Luna con le tette di fuori e un mini perizoma trasparente che guardava l’obiettivo tutta sorridente…
L’immagine, era accompagnata da una frase: “Ecco quello che tanto aspettavi… Per ora accontentati e stai pronto a emozioni veramente forti”.
Quella notte per l’uomo fu un vero inferno, tormentato dalla sua coscienza di uomo e di padre… Ma cosa stava facendo? Non aveva “venduto”, ma sostanzialmente “regalato” la figlia a una pazza depravata!
2. La scoperta dei sensi.
Quella mattina le due ragazze si svegliarono abbastanza presto. I genitori di Luna le avevano salutate annunciandole che sarebbero state fuori per tutta la giornata, così le due “amiche” decisero di trascorrere la giornata in piscina, libere di abbronzarsi e di oziare.
Maya indossò uno di quei bikini che aveva acquistato il giorno prima, che lasciava davvero poco o nulla all’immaginazione: due triangolini infinitesimali riuscivano a nascondere a fatica le sue striminzite tette, una seconda misura che non riusciva a far esplodere i capezzoli nemmeno quando erano eccitati; sotto, un altrettanto minimo frammento di stoffa, allacciato sui sottili fianchi attraverso dei cordini, nascondeva appena la sua intimità più preziosa, esaltando per contro un culetto stretto ma davvero invidiabile.
Insomma, quello sembrava l’abbigliamento ideale per far crescere in chi la guardava moti di viziosi.
Senza aspettare Luna, si incamminò verso la piscina, si sistemò comodamente sulla sdraio, e quando in lontananza vide affacciarsi l’amica non riuscì a trattenere una risata che sembravano convulsioni.
E infatti, contrariamente al suo look e alle sue aspettative, Luna era fasciata in un costume intero, chiuso con automatici sotto il cavallo, che a mala pena lasciava vedere cosce e braccia.
Quando fu a tiro, Maya guardò l’amica e – ancora preda di quell’attacco di riso – le disse:
- “Ma come ti sei conciata? Sembri mia nonna… Luna, svegliati, chi non mostra non vende!”.
Ma la ragazza non comprese il sottile senso di quelle parole…
Perciò, alzandosi in piedi e guardandola negli occhi, con tutta la serietà di cui era capace in quegli attimi, aggiunse:
- “Dai, toglitelo e metti un bikini come il mio”.
Luna, rimase un istante confusa, la sua pudicizia veniva pesantemente “aggredita” da quella richiesta, data anche la diversità del suo fisico rispetto a quello di Maya… Poi, confessò all’amica:
- “Non mi sento a mio agio con in dosso un bikini…”.
Era una situazione che sapeva di surreale, così Maya decise di soprassedere, facendo sì che Luna si rilassasse…
Le due ragazze si misero a prendere il sole… Ogni tanto facevano un tuffo in piscina per rinfrescarsi, fino a quando Maya non tornò all’attacco con la sua richiesta:
- “Lu, siamo solo io e te… Se non hai il bikini, facciamo che ci togliamo il costume e buonanotte!”.
Luna, ad ascoltare quella proposta, ancor più “indecente” della prima, rimase a bocca aperta. Poi, preso coraggio, volle accertarsi che avesse capito bene, che l’amica non avrebbe fatto parola della cosa con nessuno, tanto meno con i suoi genitori, ed infine, rossa in viso cedette:
- “E sia… Facciamo questa pazzia… e speriamo che i miei non tornino prima del dovuto”.
Maya, avrebbe voluto dirle: “Tuo padre sarebbe felicissimo di trovarti così”, ma tacque, iniziando ad esporre la sua giovane “mercanzia”.
Dal canto suo, Luna iniziò ad armeggiare, ma visto che stava volutamente esitando, Maya le si avvicinò… Volle essere dolce con l’amica, provando a prenderla con le buone…
Le mise una mano su una spalla, con l’altra le sollevò il viso che aveva affondato in basso, e le disse:
- “Dai, ci penso io… tu siediti e chiudi gli occhi…”.
Si assentò per qualche minuto, adducendo la scusa che doveva andare in bagno; in realtà, andò ad azionare il sistema di telecamere a circuito chiuso che il padre aveva fatto installare e che lei conosceva bene, per poter dare poi a Leonardo un altro piccolo “zuccherino” di maialaggine della ragazza.
Al suo ritorno, domandò a Luna – che nel frattempo si era placidamente distesa – di allargare leggermente le gambe, ed iniziò a sbottonare i gancetti che chiudevano il costume, uno ad uno… Sollevò la patta anteriore, e vide con gran stupore che la fichetta della sua amica era avvolta da un soffice mantello nero, il quale non lasciava trapelare alcunché.
Alzò gli occhi verso di lei e disse:
- “Wowww, deve essere proprio una bella micetta, anche se un po’ incolta!”.
E riprese a spogliare Luana, sollevando quella stoffa candida come la sua bellissima carnagione…
Salì, e salì ancora, giungendo sino ai fianchi di lei, dove l’indumento si inceppò un attimo, a causa di una pancetta abbastanza pronunciata e che evidenziava una incipiente cellulite.
Maya non credeva ai suoi occhi quando, appoggiandoci una mano sopra per far proseguire al costume la sua salita, ne constatò tutta la sua infinita morbidezza…
Intanto, il corpo di Luna si stava palesando sempre di più… Acerbo com’era, sprigionava però una grande erotismo…
I fianchi… quei meravigliosi fianchi che nella loro ampiezza evocavano voglie proibite, erano sotto le dita lunghe e sottili di Maya, la quale si stava letteralmente invaghendo dell’amica.
Spasmodicamente, Maya andò a svelare un ombelico incantevole, affossato nel ventre… “Chissà che gustoso che deve essere affondarci la lingua dentro”, pensò nel suo animo…
E il torace che, imponente, con audacia si presentava al suo sguardo “affamato”; lo si vedeva fare su e giù ritmicamente, sospinto da un turbamento via via crescente…
Questa volta Maya non riuscì a trattenere la sua esaltazione:
- “Lu, quanto sei bella…”, le urlò in faccia.
Ancora un po’, e il bianco del costume avrebbe fatto largo a un altro autentico candore: tirando con decisione, Maya riuscì, infatti, finalmente a gustare tutta l’essenza di quelle tette massicce, una quarta misura che ci stava tutta, benché quelle mammelle non fossero propriamente sode.
Le avvolse dapprima con gli occhi, poi – abbandonando il costume – le prese tra le sue mani, una alla volta, cercando di conoscerle centimetro per centimetro… Si chinò con il naso fino quasi a sfiorarle, per riempirsi i polmoni del suo odore e accertarsi che non le avrebbe mai più dimenticate…
Quelle areole grandi, ben specificate e scure, a rilievo e leggermente rugose, la attiravano come una potente calamita sessuale, e stavano lì a fare da contraltare a dei capezzoli che – forse a causa dell’aria frizzante del mattino – si presentavano eccezionalmente compatti.
Un’opera d’arte quelle tette, che Maya dimostrò di gradire in ogni modo…
Soddisfatta momentaneamente di questo “nutrimento” per lo spirito, la ragazza completò quella sensuale esplorazione sfilando dalla testa ciò che restava sulla pelle di Luna.
Il costume volò in aria, mentre Maya prese per mano la sua amica e la invitò ad alzarsi; le fece fare una lenta piroetta su se stessa, commentando con un alto gridolino tutta l’opulenza del “lato b” che le si era parato dinanzi.
Nonostante fosse bassina (solo 1,65 mt.), la stazza si notava tutta (78 kg), incentrata senza dubbio su quel culo grosso e sodo…
Maya non finiva di ammirare quel bocconcino che stava per “papparsi” insieme ai suoi amichetti di letto, ma per non farla sentire troppo in imbarazzo da subito decise una mossa a sorpresa…
Lasciò quella bellezza giunonica, se ne tornò ai piedi della sua sdraio, e guardando Luna – che nel frattempo era tornata a coprirsi con le mani le sue “vergogne” – con vocina dispettosa disse:
- “Così, non ti sentirai più in soggezione..”.
Detto questo, afferrò simultaneamente i laccetti del suo bikini e tirò… Rimase completamente nuda pure lei, ostentando all’amica un fisico diversissimo dal suo, e del quale Luna era da sempre perdutamente innamorata.
Maya era l’esatto contrario di Luna… 23 anni, longilinea, 170 x 45 kg., capelli castano chiaro con due treccine che le scendevano giù fino al seno, una 2 misura scarsa con delle graziose areole rosa ma con dei capezzoli sfuggenti.
Sul ventre piatto, l’ombelico era estremamente sottile e sporgente, sigillato da un bel diamante come piercing (regalo di Andrea, il fidanzato).
Sotto, una passerina stretta, ma non per questo priva di esperienza, anzi, il cui clitoride era anch’esso abbellito da un altro preziosissimo piercing.
Insomma, anche lei era una magnifica creatura, una inaspettata “macchina da sesso”…
Le due ragazze si sdraiarono a prendere il sole… Luna si addormentò, mentre Maya sgattaiolò via velocemente fin in camera… Prese il cellulare e si messaggiò con Leonardo:
- “Paparino, stai bene? Se hai bisogno di emozioni forti, ti consiglio di visualizzare il video delle telecamere a circuito chiuso… Ci sentiamo più tardi!”.
Il padre era impegnato con la moglie in una conversazione importante, ma trovò lo stesso una scusa per allontanarsi e correre al bagno… Cacciò fuori il cazzo, certo che avrebbe dovuto menarselo, e avvio le registrazioni di casa…
Quando giunse alle telecamere della piscina, per poco non si sborrò sui pantaloni: assistette a un doppio strip-tease, ma soprattutto quella fu la prima volta che potè beneficiare della vista del corpo nudo della figlia…
Era ancora scosso, in estasi, con il membro gocciolante in mano, quando gli squillò il cellulare… Andò a rispondere:
- “Porco, ti sei sborrato addosso? E’ una bella cagnetta Luna, vero? Come vedi, io sto ai patti!”.
3. Addestrata e sottomessa.
Dopo quella prima esperienza, Maya decise di alzare il tiro…
Mentre stavano nella stanzetta di Luna a leggere pigramente delle riviste tipicamente femminili, l’amica le disse:
- “Cara, ti ricordi del giochino dell’altro giorno? Che mi dici, ti è piaciuto?”.
Luna, timidamente, a testa bassa rispose, un po’ impacciata:
- “Moooolto!”.
- “Bene… E vorresti che ti insegnassi qualcosa di più divertente, che poi potrai fare anche da sola?”, ribattè al volo Maya.
- “Altrochè, amichetta mia, ti prego…”.
- “Allora chiudi la porta a chiave e spogliati come l’altra volta”, ordinò la ragazza.
Luna era già emozionata, obbedì come sempre all’amica e si distese a gambe aperte come una brava scolaretta.
Maya, allora, facendosi largo tra quella folta pelliccetta, con la mano aperta sulla patata, strisciò le dita medio e indice della mano destra dall’ingresso della vagina sù fino ad incontrare il cappuccetto del clitoride – che già si stava gonfiando –, e cominciò a spostare ritmicamente la mano su e giù.
La lubrificazione era già molto generosa, ma essendo Luna ancora illibata Maya non potè affondare all’interno; allora, si limitò a muovendo le dita più rapidamente, mentre il respiro della sua amica si faceva ogni minuto più affannoso, tanto da farle “sussurrare” un lunghissimo gemito.
Maya le consigliò di controllare meglio la respirazione, mentre in un impeto di lussuria tentò di forzare l’entrata per trasmetterle un godimento più completo. Si accorse, allora, che l’imene di Luna era integro – oltre che resistentissimo – e desistette per non precorrere troppo i tempi e non prendersi il piacere tutto per lei.
Tornò, quindi, a giocare con il clitoride, che massaggiò con tanta perizia da farle perdere il controllo.
La patatina, era tutta bagnata, il pelo impiastricciato di un fluido trasparente e scivoloso.
Restarono entrambe, per qualche minuto, immobili, così come si trovavano…
Quando Maya si rialzò, Luna ritrovò uno stato di coscienza quasi normale, ed iniziò a domandarsi perché le era accaduto tutto questo, e perché aveva provato tanto godimento: era iniziato un cammino che l’avrebbe guidata alla scoperta del piacere.
Non si dissero nulla, ma si guardarono con negli occhi una beatitudine infinita,
Dopo qualche giorno da quella prima esperienza Maya, da brava “maestra”, decise di verificare il grado di apprendimento della sua “allieva”…
Sempre chiuse in quella che ormai era diventata la loro “fabbrica del piacere”, si sistemarono l’una di fronte all’altra…
A un cenno dell’amica, le due si levarono soltanto le mutandine ed iniziarono a divertirsi…
Stavolta, però, Luna era da sola a “giocare” con la sua intimità, ma non ebbe alcun problema: ripetè esattamente le mosse dell’amica che tanto le erano piaciute, finché – scossa come da una scarica elettrica che non aveva mai sperimentato – emise uno spruzzo potente che andò a imbrattare la carta da parati.
Era stata la sua prima vera squirtata, una cosa incontenibile, ma lei esclamò:
- “Gesù, e ora? Che dico a mamma e papà?”.
Anche Maya aveva eiaculato per conto suo, non saprei se più per il piacere che si era dato o per quella spettacolo a cui aveva assistito passivamente…
4. Tanto lontane, tanto vicine.
Visto che la prima fase di quello speciale “tirocinio” era andata indiscutibilmente bene, Maya non volle perdere tempo e lasciare l'iniziativa a Luna: la doveva "conquistare", di modo che poi – in qualunque circostanza – lei le avrebbe dimostrato una assoluta obbedienza…
E infatti, quando capitò che – una volta – Maya era andata via soltanto da poche ore (aveva deciso di trascorrere il weekend con il fidanzato Andrea) da quella casa, Luna già ne sentì profondamente la mancanza... Non ne poteva più fare a meno, sebbene la sollecitava a fare cose che i genitori le avevano sempre impedito.
Così, non appena udì in lontananza il trillo del suo cellulare, si precipitò a vedere chi fosse, nella malcelata speranza che la sua amica si fosse ricordata di lei.
Con grande rammarico, si accorse che non si trattava propriamente di una chiamata, ma di un messaggio; ma, a quel punto, poco importava, quello che la fece veramente stare meglio era leggere quel nome: “Maya”, che le scriveva:
- "Porchetta mia, quante volte ti sei toccata oggi? Sei sempre bagnata?".
A quelle parole Luna provò come un forte vampata nelle parti basse... Rifletté bene, e poi di getto rispose:
- "Non posso più farne a meno, ma senza le tue carezze mi sento come sospesa...".
Questa era la prova che l'amica si aspettava... Ne fu compiaciuta, e con un altro sms la rincuorò:
- "Non temere cagnetta, tornerò presto; tu, intanto, devi dare prova di quanto ti fidi di me... Ascolta bene: devi andare in camera dei tuoi genitori, spogliarti, e poi sgrillettarti la farfallina fino a farla sputacchiare più che puoi... So che ne sei capace, ma questa volta, mentre lo fai, devi anche riprenderti con il cellulare. Poi, mi invii il video come verifica... Intanto ti faccio un piccolo regalino".
Luna rimase come fulminata: non se la aspettava una richiesta del genere… Non voleva deludere Maya, ma le stava chiedendo di "profanare" quel luogo che lei non si era mai permessa di violare, nemmeno con il pensiero...
Stava per rispondere che non lo avrebbe fatto mai e poi mai, quando un altro squillo la fece trasalire…
Era l’amica che le inviò una sua foto: il primissimo piano della sua passerina aperta…
E le scrisse:
- "Non c'è nulla di male, ricordalo...".
Intanto Leonardo era in febbrile attesa di notizie dalla sua giovane "complice", che faticava sempre più a tenerlo a bada...
Provvidenziale fu quindi, dopo circa un'ora, il messaggio che ricevette:
- "Ecco fatto, mia incomparabile Padrona... Spero che sarai contenta della tua troia".
E allegato c'era un video...
Insieme ad Andrea lo aprirono e lo fecero partire... Indubbiamente, il luogo era proprio la camera da letto di Giulia e Leonardo, ma ciò che li fece arrapare di brutto fu quella ragazzina che si stava masturbando, prima lenta, poi sempre più velocemente, fino a venire sulle lenzuola, accasciandosi infine in una pozza di umori femminili.
Nonostante le solite paure, alla fine Luna lo aveva fatto davvero, ma quello che stava mandando su di giri Maya era il fatto che era stata riconosciuta come sua "Padrona"...
Insieme al fidanzato, sentendosi gratificata, ululò, e quindi "festeggiarono" con una scopata da infarto.
Schiavizzata la figlia, ora si doveva occuparsi del padre: lo contattò a voce, e con fare spregiativo gli disse:
- "Volevi notizie? Eccole! Però non fare casino, stattene buono come se tu non sapessi niente. Guarda come te la sto trasformando da santarellina a ninfomane". E chiuse la chiamata...
Leonardo si trovò tra le mani un allegato che già dal titolo diceva tutto: "guarda_come_mi_bagno".
Si affrettò ad aprirlo, e vide subito la figlia, senza mutandine e – in posa quasi ginecologica – a cosce spalancate...
Corse subito a chiudersi nel suo studio, si denudò integralmente, e collegò il cellulare con lo schermo 42" che occupava tutta la parete di fondo.
Infine, sprofondato nella poltrona, avviò il video che aveva ricevuto...
Luna era la protagonista indiscussa, e si stava frugando la sua bella patata pelosa, che probabilmente non aveva mai rasato... Le grandi labbra luccicanti, segno dell'eccitazione crescente, si stavano schiudendo come una preziosa ostrica, mostrando al loro interno un fantastico clitoride.
Vide che la sua “impresa” si stava facendo indiavolata, fin tanto che un getto inatteso non offuscò l'obiettivo.
Il video era terminato, così come anche la sega che Leonardo si era "sparata".
L'uomo si guardò la pancia, e vide che anche tutto il suo pelo era ricoperto di una coltre densa e biancastra.
Aveva goduto "insieme" alla sua bambina, che lui stava contribuendo, suo malgrado, a fare donna...
5. I tormenti di un padre.
Aggiornato quotidianamente con immagini sempre più provocanti, e con racconti espliciti dettagliatissimi delle evoluzioni di Luna, il padre si sentì ogni giorno di più preso nella morsa della passione, da cui non riuscì a distrarre la sua volontà…
La ragazza, dal canto suo, tramite una fitta corrispondenza via e-mail, lo relazionava su ogni minuzia, gli ostentava centimetro a centimetro il corpo nudo della figlia, e – per tenerselo psicologicamente e non solo “incatenato” a se – gli domandava di inviargli foto di lui nudo con scritte sul corpo, tipo: “Sono quel porco del papà di Luna”, oppure: “vorrei metterlo dentro a mia figlia”…
Ovviamente, quel corpo usato come una lavagna, era ben riconoscibile, visto che Maya pretese da lui foto a figura intera e volto scoperto…
Leonardo non batteva ciglio, era completamente succube, assecondò ogni richiesta, anche le più assurde, e a volte dovette anche impegnarsi a tener buona la mamma che cominciava a spazientirsi, “fiutando” qualcosa che non andava... Ma purtroppo era solo lei contro tutti, poiché padre e figlia erano (seppur separatamente e per ragioni diverse) uniti sullo stesso obiettivo…
Ma Leonardo ormai non si contentava più di vederla nuda in immagini di “seconda mano”, e un giorno – appartato – tornò a spiarla mentre era sotto la doccia, eccitandosi grandemente.
Maya, che nel frattempo era tornata a vivere con la famiglia dell’amica, se ne accorse, ma questa volta non gli disse nulla… Gli inviò, invece, l’ennesima e-mail:
- “Porco, ti piace la tua creatura? Oggi ti ho visto come la guardavi mentre lei si faceva la doccia e tu eri a cazzo dritto. Non fare alzate di testa, come al tuo solito, e a suo tempo avrai anche la possibilità di toccarla… Ma adesso non è ancora giunto il momento; devi fare quello che ti dico, altrimenti fine dei giochi e faccio sapere tutto a tua moglie”.
Leonardo, smascherato e intimorito da quella pazza che però gli stava consentendo di “coltivare” la sua cupidigia, sebbene avvilito accetta in cuor suo questa ennesima prescrizione.
Trascorse quasi l’intera giornata quando l’uomo riaccende il pc del suo studio, e va a leggere la posta nella speranza di avere un’altra “briciola” di ciò che era diventato il suo “nutrimento” ormonale.
Purtroppo, non c’è nulla di provocante, ma solo poche scarne parole: “Stasera lascia la porta dello studio aperta, e domani mattina fatti trovare lì alle 10. Non dire nulla a nessuno. Bisogna che ti depili, ne a me, ne a Luna piacciono i porcospini… Ma fino a domani non fare nulla”.
Finito di leggere si appoggiò allo schienale della poltrona e rimase così per qualche attimo, concentrato, a fissare lo schermo…
La sera stessa, Maya – approfittando che Luna doveva fare visita a una zia – si introdusse furtivamente nello studio per preparare tutto l’occorrente: degli asciugamani, schiuma da barba e lamette nuove, una bacinella d’acqua e un paio di forbici…
Così, mancavano pochi minuti alle 10 della mattina quando era tutto pronto e lei, dopo aver sgombrato per ultimo il grosso tavolo dalle scartoffie, era già in “postazione”.
Si nascose in un angolo un po’ riparato, nell’eventualità che Luna o Giulia entrassero senza preavviso nella stanza, ed attese l’arrivo di Leonardo…
Puntualissimo, all’orario convenuto, l’uomo si presentò, si guardò intorno e vide la ragazza avvolta solamente in un telo che le andava dal seno a poco sotto l’inguine, la quale gli sussurrò di chiudere la porta a chiave.
Maya, avanzò verso di lui, gli accarezzò il volto e gli disse:
- “Finalmente ci siamo… soli io e te… Su, spogliati completamente!”.
Leonardo, obbedì, e quando fu di nuovo di fronte a lei in solo costume adamitico, la ragazza indietreggiò di un paio di passi e – per mettersi alla pari con lui – lasciò cadere con leggerezza quel leggero sipario che custodiva tutta la sua essenza…
E siccome lui stava per stendere una mano per toccarla, lei lo tenne a distanza dicendo:
- “Fermo, non sono io l’oggetto del tuo desiderio!”.
E gli indicò la scrivania sgombra che assomigliava al lettino di un’estetista professionale:
- “Sdraiati, chiudi gli occhi e non pensare a nulla… lasciami fare…”.
Leonardo si distese rassegnato, e Maya approssimandosi a lui gli posò le sue mani sul torace. Lo percorse dal petto all’ombelico, dando una fugace occhiata al pisello che se ne stava ancora a riposo. Quel maschio era un bell’orsetto villoso, al punto che pure i capezzoli se ne stavano nascosti in quella foresta.
Decise di non perdere tempo, e presa la bacinella cominciò a versare piccole quantità d’acqua sul corpo di Leonardo… Fece si che il pelo si inumidisse a dovere, vi spruzzò sopra in abbondanza la schiuma da barba, e poi frizionò il tutto fino a farne un impasto denso.
A questo punto, con perizia ed estrema attenzione, iniziò a rimuovere quella pelliccia così spinosa… Man mano che lei scendeva verso il ventre, si svelava una cute chiara e liscia – nonostante l’età – come quella di Luna. I capezzoli, apparvero, così, come per magia, dritti e turgidi per la forte eccitazione che il trattamento gli innescava; identica sorte ebbe l’ombelico, che richiese un maggior impegno poiché infossato in una pancia piuttosto rigonfia.
La giovane scese a depilare fino ai fianchi, e qui si interruppe… Osservò con compiacimento il lavoro compiuto, e con un piccolo tovagliolo inumidito ripulì per bene la parte appena rasata.
Ora veniva il difficile, la parte più delicata… Con le forbicette diede una prima sfoltita intorno al pube, sollevando e spostando all’occorrenza il pene che – così sollecitato – si stava “svegliando”, benché fosse chiaro non fosse di misura extralarge… Ripetè le stesse operazioni di prima: acqua, schiuma da barba e rasoio, che con estrema cautela fece scivolare attorno alle rotondità dei testicoli.
Ci volle circa un’ora e mezza, ma alla fine quel famelico maiale peloso era quanto meno più presentabile, e sfoggiava un corpo da maschio appetibile…
A lavoro terminato, Maya aiutò Leonardo ad alzarsi, insieme ripulirono tutto, e – per rimarcare ancora una volta che era lei a comandare – lo fotografò e gli disse:
- “Queste le tengo io… non si sa mai… Tu, cerca di mantenerti così per quando ce ne sarà bisogno”.
FINE DELLA I PARTE
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.